il castello

Le vicende degli Sforza, su questo territorio,  si intrecciarono con i Malatesta infatti Pandolfo Sigismondo Malatesta nel 1440 sposò Pollisena figlia di Francesco Sforza. Gli Sforza diedero come dono di nozze alla figlia il Vicariato di Mondavio e pertanto nel 1442 Sigismondo Pandolfo Malatesta divenne Signore di Diritto del Vicariato di Mondavio dove era ricompresso il castello di Cerasa. Nel 1446 il 19 Aprile, il Papa Eugenio IV aderendo alla richiesta del suddetto Malatesta, signore anche di Fano, restituì alla città di Fano il Vicariato di Mondavio. Il 28 novembre 1463 Cerasa passò nel dominio del Duca di Amalfi Antonio Piccolomini investito, dallo zio Papa Pio II, del Vicariato di Mondavio. Fu una signoria non accolta dalla gente e durò pochi mesi perché alla morte del Papa Pio II nel 1464 e la successiva ascesa al soglio pontificio di Paolo II i territori concessi a Piccolomini, si ribellarono e ritornarono al contado di Fano retto a quel tempo dal governatore il Vescovo di Perugina Giacomo Vannucci di Cortona.

Dieci anni dopo la storia tornò a ripetersi con il Papa Sisto IV (Francesco Della Rovere) che infeudò il nipote Giovanni Della Rovere del Vicariato di Mondavio comprendente 24 castelli tra cui Cerasa.

Da allora, a parte due piccole parentesi nel 1502-1503 e nel 1516 con Cesare Borgia e Lorenziono dei Medici, la situazione rimase stabile fino al 1520 quando il Papa Leone X (Giovannei De’ Medici) aderendo alle insistenze dei Fanesi, il 26 maggio, riconsegnò il Vicariato a Fano. Nella Bolla Papale che elencava i castelli da ritornare al contado di Fano c’era anche Cerasa e così i suoi rappresentanti giurarono fedeltà il 28 ottobre 1520. I tempi cambiarono, le feudalità scomparvero e si arrivò all’ ‘800 quando le esigenze politiche si intrecciarono con quelle economiche e della viabilità e si ritrova traccia di Cerasa nel progetto di una strada, l’attuale S.P. 16 Orcianense che fu approvata dall’allora Sindaco di Cerasa Giovanni Cannoni.